Il convegno, organizzato dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia, ha visto la partecipazione dei vertici della Confederazione stessa, che hanno portato le esperienze di accoglienza delle Misericordie sparse in tutta Italia, da Lampedusa alla Toscana fino a Isola Capo Rizzuto, insieme a politici e parlamentari che hanno illustrato le posizioni del Governo in materia e i possibili scenari futuri, di fronte a una nutrita. Particolarmente pregnante è stato l'intervento del presidente Trucchi, cheha confermato e arricchito la linea del Movimento in materia di immigrazione.
"L’accoglienza di chi fugge da condizioni di estrema precarietà e rischio per la propria incolumità è un dovere civile a cui tutti siamo chiamati, ciascuno nei propri ruoli e nelle proprie funzioni. La storia, tutta, ha mostrato come la costruzione di muri, l’esclusione del diverso, la politica della paura finiscono col generare maggiore insicurezza sociale, disuguaglianze, chiusura culturale. Da questa considerazione universalmente valida per tutti, il Movimento delle Misericordie va oltre - ha detto il Presidente -. Con i migranti non basta l’accoglienza, non è sufficiente neppure parlare di politiche di integrazione, occorre avere la consapevolezza che insieme costruiamo l’Italia e l’Europa del futuro. Non semplici ospiti, dunque, ma partecipi di un nuovo popolo che nei prossimi decenni vivrà fianco a fianco, condividendo le regole civili, sociali, economiche che dovremo insieme costruire. Facile? Certamente no. Ma è la strada che indica la Chiesa, è la strada che ci dovrebbe insegnare la storia, è la strada che, a ben guardare, alberga nella nostra umanità più profonda."
"L’accoglienza di chi fugge da condizioni di estrema precarietà e rischio per la propria incolumità è un dovere civile a cui tutti siamo chiamati, ciascuno nei propri ruoli e nelle proprie funzioni. La storia, tutta, ha mostrato come la costruzione di muri, l’esclusione del diverso, la politica della paura finiscono col generare maggiore insicurezza sociale, disuguaglianze, chiusura culturale. Da questa considerazione universalmente valida per tutti, il Movimento delle Misericordie va oltre - ha detto il Presidente -. Con i migranti non basta l’accoglienza, non è sufficiente neppure parlare di politiche di integrazione, occorre avere la consapevolezza che insieme costruiamo l’Italia e l’Europa del futuro. Non semplici ospiti, dunque, ma partecipi di un nuovo popolo che nei prossimi decenni vivrà fianco a fianco, condividendo le regole civili, sociali, economiche che dovremo insieme costruire. Facile? Certamente no. Ma è la strada che indica la Chiesa, è la strada che ci dovrebbe insegnare la storia, è la strada che, a ben guardare, alberga nella nostra umanità più profonda."
fonte: Misericordie.it
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