I drammatici decessi di Vigor Bovolenta nella pallavolo e di Piermario Morosini nel calcio, così come spesso accade in Italia, hanno portato soltanto a posteriori e tardive tutele normative. A partire dal 30 novembre prossimo, secondo quanto dispone la legge dello scorso gennaio, sarà obbligatorio per tutte le società sportive avere in dotazione un defibrillatore semiautomatico durante gli allenamenti, le attività sportive e le partite ufficiali.
Lo strumento di supporto ventricolare potrà essere utilizzato solo ed esclusivamente da personale autorizzato e formato nel corso di addestramento di primo soccorso (BLSD), il quale consente di apprendere tutti i tipi di manovre, con o senza strumentazione di supporto. Dunque, se adesso non mancano più gli strumenti normativi, a mancare è ancora una certa diffusione (tra cosiddetti “laici”- non sanitari) di queste pratiche di soccorso che potrebbero scongiurare delle tragedie.
In questo contesto, il 24 e 25 settembre scorso, a Reykjavik in Islanda, si è tenuto il congresso “Resuscitation 2016” organizzato dall’ERC, l’European Resuscitation Council, la più grande associazione europea che si occupa di formazione e diffusione della conoscenza sulla rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera. Oltre 300 persone, tra medici e infermieri provenienti da tutt’Europa, hanno affollato le sale dell’Hilton Hotel e tra questi c’era anche Marco Paglialonga, Istruttore dell’IRC (Italian Resuscitation Council) e docente presso il centro di Formazione “Capitanata” dell’Università degli studi di Foggia.
Durante il suo lavoro di tesi di laurea triennale per il corso di Scienze Infermieristiche a Foggia, il giovane originario di Orta Nova aveva messo a punto un piano dettagliato per favorire l’apprendimento durante i corsi BLSD che lui stesso ha più volte curato all’interno delle strutture della Misericordia ortese. Con il supporto del professor Girolamo Spagnoletti, è stata testata l’efficacia di un’applicazione per dispositivi mobili già esistente (Viva!Cpr) su un campione di 150 persone, totalmente disinformate sulle pratiche, per vedere la loro capacità di prendere confidenza con la materia. Una volta discusso il progetto davanti alla commissione di laurea, Paglialonga ha spedito il suo lavoro di ricerca alla commissione che si stava occupando di organizzare il “meeting” e, dopo alcuni mesi, è stato chiamato per andare ad esporre direttamente davanti ai suoi colleghi.
Così, il giovane infermiere ortese, davanti al gotha della rianimazione, ha spiegato le risultanze dei suoi studi didattici attirando l’attenzione di diversi studiosi, che alla fine della presentazione hanno rivolto alcune domande, rigorosamente in inglese.
“A conclusione del mio lavoro di ricerca – spiega Paglialonga – ho potuto verificare che il campione sottoposto all’apprendimento tramite smartphone ha ottenuto dei risultati migliori rispetto a coloro che hanno appreso esclusivamente attraverso i metodi ordinari, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo del defibrillatore automatico esterno”.
La raccolta di dati e delle rilevanze empiriche sui soggetti impiegati nella sperimentazione, è stata poi pubblicata sulla rivista ufficiale dell’ERC, in un articolo a firma dello stesso Paglialonga.
“Per me è stata una grande soddisfazione” – spiega. “Adesso, l’obiettivo è quello di continuare questo percorso, magari cercando un modo per sviluppare in autonomia una nuova applicazione che possa esprimere al meglio tutte le funzioni più efficaci. Infatti, un’applicazione ideale per l’apprendimento CPR dovrebbe migliorare tutti i tipi di abilità pratiche. In tale direzione, le applicazioni esistenti potrebbero essere raffinate e nuovi prodotti software potrebbero essere sviluppati per ottimizzare la formazione”.
Il prossimo anno, il congresso dell’ERC dovrebbe tenersi a Friburgo, e il giovane infermiere ortese sta già pensando alla prosecuzione dei suoi studi di ricerca, da presentare alla nuova platea del meeting 2017. Tra i tanti progetti che sta curando, c’è anche quello di dotare con colonnine di primo soccorso alcuni punti sensibili delle piccole comunità cittadine, come quella in cui vive attualmente, oltre naturalmente alle strutture che saranno già coperte per legge.
“Sul nostro territorio – conclude – non c’è ancora una cultura diffusa per questo tipo di pratiche e questo va a tutto svantaggio di quei soggetti che inavvertitamente potrebbero accusare un malore”.
L’APPLICAZIONE CHE TI SALVA LA VITA. Marco Paglialonga ha condotto le sue ricerche, affiancando all’insegnamento verbale e pratico, l’utilizzo dell’applicazione VIVA CPR, un format scaricabile da Play Store e Google Store sui dispositivi mobili, dedicato alla sensibilizzazione sul tema dell’arresto cardiaco. Nell’applicazione sono presentate le manovre salvavita in caso di arresto cardiaco per la popolazione che non è addestrata alla rianimazione cardiopolmonare e non ha partecipato a nessun corso di rianimazione cardiopolmonare. L’applicazione è parte della campagna “Viva! la settimana per la rianimazione cardiopolmonare” che si è svolta dal 14 al 20 Ottobre 2013 in tutta Italia. Nell’applicazione vengono spiegate le sequenze di manovre del poster, con un metronomo impostato a 110 battiti/min per dare il ritmo con il quale eseguire il massaggio cardiaco. L’applicazione è in grado inoltre di rilevare e misurare, utilizzando smartphone dotati di accelerometro, la frequenza di compressione tramite una fascia normalmente utilizzata per correre.
fonte: Misericordie.it
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